La scorsa settimana si è tenuto un evento molto particolare. Per la prima volta un meeting del
Lions Club San Marino Undistricted si è svolto in maniera virtuale attraverso la piattaforma
Zoom che ha permesso di svolgere insieme al Lions Club Rimini Host un intermeeting
inizialmente programmato in presenza. L’interesse dell’argomento e l’incertezza sulla durata
della emergenza Covid, hanno spronato i Presidenti dei Lions Club Federica Bianchi del San
Marino Undistricted e Alessia Valducci del Rimini Host a percorrere una strada innovativa per
i nostri Club con un successo sia per il numero di soci collegati in diretta sia per la eccellente
organizzazione tecnica. Il relatore della serata è stata la dottoressa Elisa Palazzi, ricercatrice
presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(ISAC-CNR) e docente di Fisica del Clima presso l’Università degli Studi di Torino, che ha
trattato il tema “La crisi climatica e noi”. L’esposizione è stata chiara e incisiva, illustrando il
problema del riscaldamento globale con una drammatica semplicità.
I dati raccolti negli ultimi decenni, aggregati a quelli presunti degli ultimi secoli e millenni,
dimostrano in maniera inequivocabile che sono in atto rapidi sconvolgimenti del clima
terrestre con una marcata elevazione della temperatura e conseguente innalzamento dei mari.
Queste rapide mutazioni sono attribuibili con certezza all’attività dell’uomo sul nostro
pianeta. Utilizzo di combustibili fossili, allevamenti intensivi e deforestazione contribuiscono
all’aumento della presenza in atmosfera dei gas serra (anidride carbonica e metano i
principali) che hanno la proprietà di innalzare la temperatura media terrestre. Non a caso gli
anni più caldi registrati dal 1900 sono quasi tutti concentrati dopo il 2000 al punto che la
conformazione che assume il grafico delle temperature medie degli ultimi 1000 anni viene
chiamato Hockey stick, cioè bastone da hockey a indicare la rapidità con cui la temperatura è
salita negli ultimi 50 anni.
Tutto questo comporta che le grandi superfici ghiacciate stanno sempre più riducendosi. Così
la calotta artica va riducendo progressivamente la sua estensione anno dopo anno e il ghiaccio
presente in Groenlandia sta ritirandosi con una velocità sempre maggiore. Allo stesso modo
stanno scomparendo buona parte dei ghiacciai terrestri e vicino a noi anche quelli alpini, con
scioglimento del permafrost e i conseguenti fenomeni franosi sempre più frequenti in
montagna.
L’aumento della temperatura terrestre inoltre determina l’aumento della temperatura dei
mari e degli oceani che portano a eventi atmosferici estremi con protratti periodi siccitosi da
una parte e disastrosi nubifragi dall’altra. L’elevazione dei mari e degli oceani mette inoltre a
rischio tanti insediamenti e attività umane che proprio sulle coste marine si sono
principalmente sviluppati.
Tutto ciò è amplificato dall’impatto demografico e dalla standardizzazione degli stili di vita
verso il modello consumistico.
La conseguenza di questi sconvolgimenti climatici danneggia principalmente l’uomo con gravi
danni economici, sociali e sanitari con conseguenti malattie (non solo tumori e malattie
cardiovascolari, ma anche malattie infettive potrebbero trovare nel riscaldamento globale un
alleato), carestie, migrazioni di massa, e lotte per la conquista delle ridotte risorse alimentari.
In questo quadro desolante però la dottoressa Palazzi ha voluto dare un messaggio di
speranza. Se la febbre della Terra è determinata dall’uomo, l’uomo ha in mano la chiave per
invertire questa tendenza. E così l’impegno suo e di tutta la comunità scientifica a divulgare
questi dati deve essere colto da politici e da tutti noi affinché si possa tornare indietro
riducendo consumi e attività inquinanti. Se ciascuno nel mondo contribuisse in funzione del
proprio ruolo a ridurre l’immissione dei gas serra, a livello globale potrebbe essere raggiunto
un grande risultato.
Così la dottoressa Palazzi ci spiega che anche lei in prima persona ha ridotto il consumo di
carne, sceglie prodotti confezionati senza plastica e ama spostarsi in treno invece che in aereo
quando possibile. La raccomandazione quindi per tutti noi è quello di non lasciare inascoltato
l’appello di chi ha dedicato la vita allo studio di questi fenomeni, consapevoli che il tempo a
disposizione per invertire la rotta è limitato.